Il territorio attuale del Comune di Santa Venerina nell'antichità era caratterizzato in larga parte da un foltissimo bosco e da piccole pianure e colline abitate dai Siculi.
L' arrivo dei primi coloni calcidesi a Schisò nel 734 a.C. non produsse immediatamente una scontro con la popolazione indigena perchè i Greci, insediatisi nelle zone costiere, solo molto più tardi entrarono in rapporto di scambio con i Siculi dell'entroterra per rifornirsi di derrate alimentari e legname. L'elemento greco, col tempo, riuscì tuttavia ad avere il sopravvento sugli indigeni anche per l'aumentato numero di coloro che si spostavano nelle campagne etnee dato che la vita nelle zone rivierasche era diventata pericolosa. Nel 221 a.C., con la vittoria dei Romani sui Cartaginesi, la Sicilia fu sotto il dominio romano;
la scoperta di alcune monete d' oro e d' argento ritrovate in alcuni sepolcri scavati nel territorio di Linera testimonia che il territorio era abitato già al tempo della Repubblica Romana e proprio in quel periodo si cominciava ad affermare la coltivazione della canapa e del lino (da cui il toponimo Linera frazione di Santa Venerina).
Le origini e lo sviluppo di Santa Venerina furono determinati dalla sua posizione di estremo confine tra la contea di Jaci e la contea di Mascali che la suddivideva in due parti; in seguito, con la frammentazione del territorio di Jaci, s'impose un ulteriore frazionamento. Il torrente Salaro fu per molti secoli confine naturale tra le due contee, attraversato dalla regia trazzera che congiungeva Messina a Catania.
I viandanti che varcavano il confine tra le due contee erano obbligati al pagamento di un dazio, riscosso da guardie acesi per conto del Senato di Jaci.
Fu proprio a seguito dello stazionamento di questa gente che cominciò a delinearsi il primo nucleo abitato, con l'edificazione di una cappella, dedicata alla patrona di Jaci: Santa Venera. Era quasi naturale che questi acesi oltre a trasferire le proprie masserizie portassero anche la loro devozione ai propri protettori, Santa Venera e San Sebastiano. Analoga situazione la si ebbe a San Leonardello, ove si stanziarono delle guardie di Mascali per il controllo del confine dell'omonima contea sulla via Valeria: il luogo prese il nome proprio dalla devozione a San Leonardo, patrono di Mascali.
L'investimento in questa contrada dovette evidentemente palesarsi conveniente giacché negli anni a seguire gli stessi deputati e molti concittadini e borghesi di Aci acquistarono terre in quelle zone vitalizzante dalla fiera franca, dando inizio al processo di popolamento. Verso il 1850 si ebbe un vero sviluppo demografico ed economico. Le numerose distillerie che sorsero nella zona e la ricca produzione vinicola, unitamente ad un artigianato molto esperto ne fece un paese fiorente ed economicamente e socialmente sviluppato. Questo sviluppo portò ad alimentare le speranze di unificare il paese sotto un unico comune.
La costituzione a comune autonomo di Santa Venerina si ebbe nel 1936 con scorporazione di porzioni di territorio dei comuni di Acireale, Zafferana Etnea e Giarre.